SHOCK!
Parte 2

 

Hollywood, nei suoi molti decenni di vita, ha visto molte cose: ha visto il muto diventare sonoro ed il bianco e nero diventare colore; ha visto giovani piccole stelle bruciare la loro carriera per via di genitori avidi; ha visto suicidi, depressioni, attori tossicomani; ha visto scandali, ascese e cadute. Fino ad ora però non aveva mai visto la vendetta di un supercriminale nei confronti della sua ex moglie: Electro ha provveduto a riparare a questa mancanza. Ed il dorato mondo del cinema sta a guardare.

“Traditrice!” accusa Electro “Finalmente posso farti rimpiangere il giorno in cui mi hai abbandonata!”.
Peter Parker sgattaiola via e si ripara dietro un angolo. Purtroppo ha lasciato il costume in albergo, chi mai avrebbe pensato ad una cosa del genere (Jameson, cretino, dovevi dare ascolto a Jameson!)? Ha solo i lanciaragnatele (per deformazione professionale, mai uscire senza): dunque si crea una maschera di ragnatela per coprire il volto e poi si concede una piccola gioia. Si strappa il papillon che gli stava strozzando la gola, ora sì che si respira.
“Lei chi è?” esclama Norma con tono da consumata attrice “Io non la conosco”.
“Non mentirmi” dice Electro togliendosi la maschera “Sono Max, il tuo ex marito, quello che hai appena disconosciuto davanti alle telecamere. Vuoi ancora affermare di non sapere chi sono?”.
“Sì, io non so chi è. Cosa vuole da me?”.
“È così, dunque? Non immaginavo che coltivasti desideri suicidi”.
Improvvisamente qualcuno pone un microfono davanti allo stupito supercriminale. “Signor Electro, salve, sono Renaldo del Renaldo Show. Spieghi ai nostri telespettatori qual è il suo rapporto con Norma Lynn Reeves”.
“Ma cosa vuoi?”.
Altri giornalisti, incitati dal coraggio o meglio dall’ avventatezza del loro collega, si fanno pure loro avanti. “Ha detto che si chiama Max?” ; “Ha mai consumato con miss Reeves?” ; “Quando vi siete sposati?” ; “Ci parli della vostra relazione”.
“Andate via!” grida Electro disperdendo gli importuni con le sue scariche elettriche. Però ormai è troppo tardi: Norma ed il suo accompagnatore sono risaliti a bordo della loro limousine e fuggiti via. “No!”.
“Sono d’ accordo con te: come si può progettare un evento del genere e non invitare Nicole Kidman? Protesterò con l’ organizzazione”.
Maxwell Dillon alza gli occhi e lo riconosce: non ha il costume, ma uno smoking strappato ed il suo volto è ricoperto da una ragnatela. Ma sa chi è. “Che tu sia maledetto!” esclama “Non mi lasci in pace neanche qui”.
“Vado dove mi chiama la gloria, Dillon” ribatte l’ Uomo Ragno evitando le prime scariche. In breve è di fronte al criminale e lo colpisce con un pugno al volto. Nel fare questo Peter Parker commette due errori: si è trattenuto, come troppe volte fa, e non è stato così incisivo; pur con delle ragnatele attorno alle mani, sente comunque un gran dolore per essere entrato a contatto con una dinamo vivente.
Electro lo osserva. “Mi hai fatto arrabbiare”.
Poi c’è una tremenda esplosione.

Villa di Norma Lynn Reeves. Qualche minuto dopo.

Ancora ignari del caos che Electro ha creato, la donna e Mark Bljlevens ritornano presso questa sontuosa abitazione, la paura che scorre nei loro corpi come se fosse una cosa viva. Norma sa che Mark le farà certe domande e queste non tardano ad arrivare.
“Tesoro mio, chi era quel tizio? E perché ti definiva traditrice?”.
Il problema è come rispondere. “Solo un folle” ribatte la donna con tono irritato “Sai quanti fan megalomani bussano ogni giorno alla mia porta chiedendomi un mio indumento intimo o la mia saliva? Questo voleva solo un mio pezzo di carne e cercava di attirare su di sé l’ attenzione. Come quel pazzo che ha attentato alla vita di Ronald Reagan per fare colpo su Jodie Foster”.
“Ma il modo in cui parlava, come ti guardava… non sembrava essere un fan. Sembrava provare per te solamente un tremendo odio”.
In soccorso di Norma giunge suo figlio Jeffrey, col volto preoccupato. Non degna di uno sguardo Mark Bljlevens e si dirige verso sua madre. “Mamma, per fortuna stai bene” dice con tono sollevato.
“C’è già il notiziario speciale?” chiede lei.
“Quel criminale ha buttato giù mezzo Boulevard, è stato tremendo”.
Norma sbianca in volto: non credeva che il risentimento di Max nei suoi confronti fosse così immenso. Accende dunque il televisore presente nella sala, che gli rimanda immagini di incendi, dolore e soccorsi presenti sulla zona.
“Una tremenda sciagura è avvenuta poco prima della cerimonia di premiazione degli Emmy, la quale è stata per il momento sospesa” narra il giornalista “Secondo i resoconti, il supercriminale di nome Electro, che agisce principalmente sulla Costa Est degli Stati Uniti, è apparso con in mente un unico obiettivo. Norma Lynn Reeves, l’ interprete principale di Hill of Dreams, una delle sicure star della serata. Non sono ancora chiari i motivi per cui il criminale ce l’ avesse con questa celebre attrice. Ad un certo punto è intervenuto un eroe in smoking e col volto coperto, secondo tutte le fonti sarebbe stato l’ Uomo Ragno: nel conseguente scontro c’è stata una tremenda deflagrazione. Il primo, provvisorio bilancio è molto grave: due morti, venti feriti di cui cinque in gravi condizioni. Sentiamo però alcune testimonianze appena raccolte…”.
Norma spegne la televisione e si adagia su un divano, il sudore che le imperla la fronte e le cola fin sugli occhi. Si asciuga, ma viene scossa da brividi di terrore. Quando Mark le tocca le spalle per darle conforto, quasi caccia un grido.
“Tesoro, tu non mi hai detto la verità” dice l’ uomo cercando di mascherare la sua ira “Tu quell’ uomo lo conosci. Dimmi chi è. È davvero il tuo ex marito?”.
“Lasciami in pace!” urla Norma alzandosi “Lasciatemi tutti in pace!” conclude salendo le scale per recarsi nella sua stanza privata.
Mark Bljlevens incrocia il suo sguardo con quello di Jeffrey Reeves, nella speranza di trovare un aiuto. Ma i sentimenti del ragazzo sono ben altri. “L’hai sentita, vero?” dice “Ti ha chiesto di lasciarla in pace. Vattene via, non ci hai procurato che dispiaceri”.
L’ uomo decide di non replicare ed esce dall’ abitazione.

Los Angeles General Hospital.

Qui sono stati ricoverati i feriti per via dell’ attacco di Electro. In pochi minuti parenti e amici preoccupati si precipitano al loro capezzale, ma alcuni devono aspettare perché un intervento chirurgico è in atto. E tra questa folla di persone tormentate c’è anche Kate Farrell: dopo che Electro è comparso sulla scena, ha perso le tracce di Peter Parker. Volatilizzato nel nulla. Sicuramente ha cercato un posto adatto per fare le sue consuete, spettacolari foto: solo che quel posto rischia di costargli caro. Non figura tra le due vittime accertate, mentre deve ancora essere fatta una stima precisa dei feriti.
Così Kate gira tra i vari reparti, fino a quando trova il letto in cui il suo collega è stato ricoverato. Accanto c’è un dottore.
“Ehi, Kate” la saluta Peter “Ho voluto fare un po’ di fuochi artificiali”.
“Come sta?” chiede la giornalista non condividendo l’ ironia di Parker.
“È stato molto fortunato” risponde il dottore “Solo delle lievi escoriazioni, possiamo dimetterlo anche adesso visto che ho come il timore che ci siano altri casi in arrivo”.
“Per me non c’è problema” dice Peter rialzandosi e rimettendosi la camicia.
Pochi istanti dopo, mentre i due giornalisti escono dall’ ospedale, Kate pone l’ inevitabile domanda. “Dove ti trovavi al momento dell’ esplosione?”.
“Abbastanza distante per fortuna” risponde Peter “Cercavo di prendere delle foto, ma non ci sono riuscito. Subito ho perso i sensi e quando mi sono risvegliato ho visto che avevo perso un ottimo smoking ed un papillon”.
“Sei stato fortunato. Io ero ancora più lontana, confesso che ho avuto paura quando ho visto Electro arrabbiato. Se Jameson lo venisse a sapere…”.
“Tranquilla, sarà il nostro piccolo segreto”.
Segreti, una parola che Peter Parker ha imparato a conoscere bene nel corso degli anni. Piccoli o grandi, lui porta con sé molti segreti. Come quello che riguarda quanto gli è davvero accaduto questa sera. Quando un’ aura di fenomenale elettricità aveva avvolto il corpo di Electro, il suo senso di ragno era schizzato alle stelle ed aveva capito che aveva pochi secondi per agire. Si era riparato dietro un angolo ed aveva costruito uno scudo di ragnatela. Non si aspettava però che la deflagrazione fosse così potente: lo scudo e la ragnatela che gli copriva il volto si sono come sciolti e solo per miracolo non ne ha ricavato gravi ferite. Nessuno dei paramedici che è accorso subito sul posto, dunque, si è stupito di vederlo con lo smoking strappato, lui è stato decisamente fortunato. Altri invece sono caduti sotto il potere di Electro, più letale che mai: come ha raggiunto questo livello di energia? Forse poco importa.
Da che l’ Uomo Ragno ricordi, Maxwell Dillon non aveva prima d’ ora mai ucciso nessuno, nonostante le capacità in suo possesso. Adesso anche lui ha superato questa linea di non ritorno. Non c’è più spazio a questo mondo per i supercriminali di una volta, anche loro purtroppo sono cambiati. Solo Peter Parker rimane uguale a sé stesso. Per nostra fortuna.

Un vicolo di Los Angeles.

Un uomo avvolto da uno sporco impermeabile si appoggia ad un muro, esausto.
“Ehi, amico, ti serve qualcosa?” gli chiede un fin troppo premuroso barbone.
“Vattene via!” grida l’ uomo. Il suo tono di voce è più che sufficiente ad impaurire il barbone, che si allontana.
Electro sente spasmi di dolore lungo tutto il suo corpo: ha sforzato troppo il proprio potere e non è servito a nulla, solo a fargli guadagnare un’ accusa di omicidio. E Norma è ancora lontana: ucciderla dopotutto sarebbe facile, però non gli basta. Vuole screditarla, farla precipitare in basso come lei ha fatto nei suoi confronti. E questo è decisamente arduo, sembra essere in cima al mondo in quanto a popolarità. E dopo l’ aggressione di stasera adesso l’ha praticamente resa una martire.
Mentre è immerso in queste riflessioni, Electro passa davanti ad un negozio di elettrodomestici. In vetrina ci sono dei televisori, tutti sintonizzati su un canale che sta mandando in onda un notiziario sull’ attacco del supercriminale. E Max Dillon ripensa ad una cosa: eh sì, a volte la celebrità è davvero una lama a doppio taglio.

Stanza di Peter Parker. Il giorno dopo.

La cerimonia degli Emmy verrà replicata stasera, tra ingentissime misure di sicurezza. E stavolta avrà il costume con sé, anche se ritiene improbabile un nuovo attacco di Electro, soprattutto perché Norma Lynn Reeves ha deciso di non partecipare.
Improvvisamente qualcuno bussa con insistenza alla porta. Peter va ad aprire e nella stanza si fionda Kate Farrell che, senza dire nulla, accende il televisore interno. “Ma cosa…” inizia l’ eroe prima di zittirsi. C’è il Renaldo Show ed il suo ospite d’ onore è… Maxwell Dillon!
“…zie per questa intervista esclusiva”.
“Sono io che ringrazio te, Renaldo” dice il criminale, anche lui con un tono da consumato attore o meglio supercriminale “E mi scuso per il mio brusco comportamento di ieri sera”.
“Ma come possono dargli credito?” esclama Peter “E perché la polizia non interviene?”.
“L’ intervista è stata registrata ed ora fai silenzio” gli intima Kate.
“Ci parli del suo rapporto con Norma Lynn Reeves” è la richiesta dell’ intervistatore.
“Siamo stati sposati, credo che questo dica tutto. Io la amavo con tutto il mio cuore, era la donna della mia vita. E lei mi ha lasciato dopo solo sei mesi: già allora si atteggiava a star. Non avevo mai immaginato quanto fosse arrogante. Ed in tutto questo tempo mai una carezza, una parola di conforto. Io le ho dato amore, lei mi ha offerto in cambio solo odio: se fosse stata una brava persona ora sarei un uomo diverso. Le morti di stasera sono anche sulla coscienza di Norma”.
“E cosa faceva prima di diventare attrice? Lei ha sempre tenuto nel riserbo questa notizia”.
“Faceva la segretaria presso la compagnia elettrica dove lavoravo e dove l’ho incontrata. Segretaria solamente per formalità, dal momento che passava l’ intera giornata a truccarsi ed a leggere le riviste: per un po’ mi sono chiesto come mai il capo non la licenziasse. Poi ho capito. Credevo che col matrimonio queste cose sarebbero finite… mi sbagliavo”.
“Qualcuno potrebbe affermare, e non saprei dargli torto, che queste sue parole siano dettate dal risentimento”.
“Una giusta obiezione. Allora chiedete pure in giro: andate alla Power Main Inc. di New York, intervistate Mr. Jeethro, il capo. E fate domande anche a chi lavora lì da più di dieci anni e ha conosciuto Norma: non faranno altro che confermare le mie parole”.
“Dunque l’ immagine che Norma Lynn Reeves ci ha dato in tutti questi anni, di madre affettuosa e donna impegnata nel sociale, è artefatta? Falsa?”.
“Renaldo, non è mia intenzione offendere i tuoi telespettatori. Ma gli americani sono affascinati dalla figura della cosiddetta ragazza della porta accanto, quella su cui fai i tuoi più bei sogni. E a volte si fanno fuorviare da questa immagine, non riuscendo a grattare la patina di falsità che c’è attorno. Norma Lynn Reeves non è la ragazza della porta accanto, non lo è mai stata: il suo agente è stato davvero bravo a dare di lei una visione che non corrisponde alla realtà. No, Norma è tutt’altro”.
“Magari è una donna che è cambiata nel corso di questi anni”.
“Tu credi? Lei è un’ attrice, è bravissima a costruirsi una facciata. Marilyn Monroe, Nicole Kidman, Cristina Ricci, Drew Barrymore, Jamie Lee Curtis… di loro ci hanno dato all’ inizio solo immagini idilliache. Poi la verità è calata inesorabile su di loro. Accadrà anche per Norma, ne sono certo, e questa mia intervista segnerà il primo passo”.
“Ha qualcosa da dire alla sua ex moglie?”.
“Sì: Norma, io e te dobbiamo fare una bella chiacchierata”.
L’ intervista si conclude e Peter non sa cosa pensare: non conosceva il passato di Electro e decisamente la vita non è stata gentile con lui. Però ha scelto il modo sbagliato di reagire alle avversità. Diversamente da lui.
“Mi domando cosa stia pensando in questo momento Norma Lynn Reeves” dice Kate Farrell.
In quel momento Peter riflette sulle ultime parole del criminale e sgrana gli occhi. “Secondo te quando hanno registrato questa intervista?” chiede dunque.
“Dipende. Pochi minuti, come poche ore. Ma perché… Peter? Peter, dove sei andato a finire?”.

Villa di Norma Lynn Reeves.

“È uno scandalo!” grida la donna “È… è tutto falso”. Al telefono col suo avvocato, l’ attrice sfoga tutta la sua rabbia. “Dobbiamo intentargli causa a quel verme per le sue calunnie”.
“Per me va bene, Norma” dice il legale “Non hai che da chiederlo ed io agirò di conseguenza. Però ti invito a riflettere: tutto quello che ha detto quel Dillon… erano veramente solo bugie?”.
Norma cala in un pesante silenzio, che dura alcuni secondi. “Ti farò sapere” conclude la telefonata.
L’ attrice inizia a girare per la stanza, cercando di non pensare a nulla. Perché pensare a certe cose la porterebbe a soffrire. Cammina per tutta la sua casa, sforzandosi di trattenere le lacrime: tutta questa fatica per tenere nascosta questa parte del suo passato… distrutta in pochi minuti. Credeva davvero di potercela fare? Ma la colpa è stata anche sua: doveva confessarlo subito, adesso invece tutti penseranno che abbia qualcos’altro da nascondere. Penseranno di lei che è una bugiarda… e come dare loro torto?
Improvvisamente davanti a lei si para Jeffrey. Ecco il momento che non avrebbe mai voluto affrontare.
“Perché non me ne hai mai parlato?” è la sua inevitabile domanda.
Norma decide di smettere di nascondersi dietro delle falsità. “Perché sono una donna terribilmente arrogante, figlio mio, e solo adesso l’ho capito. Non ho scusanti, puoi odiarmi se vuoi. Ne hai tutto il diritto”.
Il ragazzo china il capo. “No, mamma. Io non ti odio. Però devi iniziare ad essere sincera nei miei confronti”.
“Sì, lo farò” dice lei “Lo farò subito e ti racconterò tutta la verità su me e quell’ uomo”.
Qualcosa però blocca questo suo intento. Si odono tremendi rumori all’ esterno, provenienti dalle guardie del corpo che Norma ha assoldato. Sono un piccolo esercito, ma nulla possono contro il pericolo che stanno affrontando. Si apre un immenso foro in una parete della villa e, librato in aria grazie alle sue scariche elettriche, avanza Electro.
“Come vedi mantengo sempre le mie promesse, Norma” dice Maxwell Dillon “Ed ora è tempo che io e te facciamo una bella chiacchierata”.

CONTINUA...